QUESTIONI DI PSICOTERAPIA by Carl Gustav Jung

QUESTIONI DI PSICOTERAPIA by Carl Gustav Jung

autore:Carl Gustav Jung [Jung, Carl Gustav]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bollati Boringhieri
pubblicato: 2021-10-15T22:00:00+00:00


6.

11 febbraio 1913 (Jung)

Che la “verità” sia relativa è un fatto noto da molto tempo, che non rappresenta alcun ostacolo fuorché per la fede nei dogmi e nell’autorità, se pure la ostacolasse. Ma non la ostacola.

Lei mi domanda – о più esattamente m’insegna – che cosa sia la psicoanalisi. Mi permetta di non affrontare subito le Sue opinioni, ma di cercare prima di delimitare il territorio e la definizione della psicoanalisi.

La psicoanalisi è anzitutto solo un metodo: dunque un metodo con tutti i requisiti rigorosi che pone oggi il concetto di “metodo”. Per chiarire subito le cose: la psicoanalisi non è un’“anamnesi”, come amano credere quelle persone che presumono di sapere e potere fare tutto senza averlo mai imparato. La psicoanalisi è essenzialmente un metodo per studiare le associazioni inconsce a cui non si arriva interrogando la coscienza. La psicoanalisi non è neanche un metodo d’indagine, come potrebbe essere un test d’intelligenza; ma questo è un errore diffuso in certi ambienti. La psicoanalisi non è un “metodo catartico”, che con о senza ipnosi abreagisce “traumi” reali e fantastici.

La psicoanalisi è un metodo che serve per la riduzione analitica di contenuti psichici alle loro espressioni più semplici e per trovare la linea di minor resistenza che si oppone all’armonico sviluppo della personalità. La nevrosi fa venir meno un orientamento unitario dell’esistenza, in quanto tendenze contrastanti ostacolano e impediscono l’adattamento psicologico. La psicoanalisi appare quindi, per quanto ne possiamo sapere attualmente, l’unica terapia razionale delle nevrosi.

Per l’applicazione tecnica della psicoanalisi non esiste uno schema: esistono solo dei princìpi, e per i singoli individui anche regole empiriche. (Riguardo a quest’ultimo punto La rimando al lavoro di Freud nel primo quaderno della “Internationale Zeitschrift für ärztliche Psychoanalyse”.)9 La mia unica regola empirica è quella di trattare la psicoanalisi come una conversazione consueta, ragionevole, e di evitare ogni apparenza di esorcismo medico.

Il principio fondamentale della tecnica psicoanalitica è l’analisi dei contenuti psichici che di volta in volta si presentano. Da parte dell’analista ogni intenzionalità che tenda a imporre un decorso schematico dell’analisi è un grossolano errore di tecnica. La cosiddetta casualità è la legge e l’ordine della psicoanalisi.

La psicoanalisi inizia naturalmente con l’anamnesi e la diagnosi. Il processo analitico che seguirà si sviluppa, a seconda degli individui, in modo molto diverso. Dare delle regole è praticamente impossibile. Si può dire soltanto che molto spesso si deve superare fin dall’inizio una serie di resistenze: resistenze contro il metodo e contro la persona. I pazienti che non hanno alcuna idea della psicoanalisi devono anzitutto familiarizzarsi un po’ con il metodo. Nei pazienti che ne sanno già qualcosa occorre molto spesso eliminare certi equivoci e spesso anche rispondere a tutte le obiezioni che avanza la critica scientifica. Qui, come altrove, gli equivoci nascono da un’interpretazione arbitraria, da superficialità e da grossolana ignoranza dei dati di fatto.

Se poi il paziente è un medico, il trattamento è ostacolato dalla sua pretesa di saperla lunga. Se si tratta di colleghi ragionevoli vale la pena di tracciare un’esauriente esposizione teorica. Se si tratta di persone irragionevoli e ottuse, si cominci tranquillamente l’analisi.



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